La donna è un’isola di Auður Ava Ólafsdóttir

 

Ancora non conosco la mia destinazione, ma so che prenderò verso est, in direzione del sole sempre più basso di un giorno sempre più corto.

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Questo libro racconta un viaggio fatto da una donna poliglotta con un bimbo di quattro anni sordo. Tutto qui? Bhe c’è di più.

Il romanzo inizia con l’investimento e quindi l’uccisione di un’anatra (fatta poi arrosto) e si conclude con lo spiaggiamento di una balena (c’è anche una ricetta della bistecca di balena a pagina 272), e nel mezzo?

Nel mezzo c’è l’islanda, con i suoi inverni lunghi, le piogge, la notte, le strade e i ponti a unica corsia, c’è la voglia di viaggiare, di cambiare la propria vita e darsi una possibilità per essere felici.

La gran libertà sta nel fatto di non sapere esattamente dove il viaggio ti porterà, nel perdere l’orientamento fra le braccia sicure della Nazionale a forma circolare, dove una cosa segue l’altra e alla fine, senza quasi accorgertene, ti ritrovi di nuovo alla casella di partenza.